Era il 1969, eravamo all’inizio dell’attività sportiva, ed uno dei miei clienti, Giovanni “John” Lami, venne a chiedermi se volevo preparare una Fulvia HF 1.3 per un cliente americano, un certo Rod Kennedy.
Sulla preparazione gruppo 4 ricevetti “carta bianca”. L’ unica richiesta espressa del cliente texano fu quella di verniciare i codoli dei parafanghi di bianco, cosa che mi ricordai di fare ( con barattolo e pennello) solo poche ore prima che arrivasse il trasportatore.
Nel gennaio del 1970, il sig. Lami torno’ in Officina con una lettera scritta da Mr. Kennedy piena di ringraziamenti in quanto aveva appena vinto il campionato Sedan classe 1.3 e che tra pochi mesi avrebbero tentato la 12 ore di Sebring, di cui all’epoca si avevano scarse notizie se non per il fatto che la Ferrari da anni provava a vincerla con un’agguerrita schiera di equipaggi.
Rod Kennedy, anni addietro, aveva già partecipato alla 12 ore di Sebring, nello squadrone Lancia-USA, capitanato dal nostro Maglioli.
Purtroppo fu una debacle tremenda perché alle ultime tornate Maglioli rimase senza benzina e la Lancia ci rimase così male da non volere ripetere il tentativo e tantomeno dare appoggio a piloti prIvati.
Ma il nostro Rod, che evidentemente credeva moltissimo nella piccola HF 1.3, decise di tentare da privato nella edizione del 1970, chiamando Mike Tillson (pilota ufficiale di Lancia USA) e Bob Samm (un veterano della 12 ore che conoscendo bene la direzione di gara, vigilò che non venissero fatte “manfrine”)
La 12 Ore di quell’anno,tra l’altro, sarebbe entrata nella storia dell’automobilismo per la partecipazione alla gara dell’attore Steve McQueen che in coppia con Peter Revson alla guida di una Porsche 908 perse la gara all’ultimo giro in una volata con la Ferrari di Andretti , “soffiata” a Vaccarella.
Anche l’HF ci mise del suo…verso la quarta ora urtò con la Ferrari di Sam Posey ed il prototipo di vetroresina andò in mille pezzi, uno dei quali sfondo’ il radiatore…con buona pace del Drake.
La piccola Fulvia resse botta, sino alla settima ora in cui la batteria ando’ a massa (il pavimento “a gradoni” della pista, ricavata da un aeroporto militare della 2 G.M. causo’ dei veri e propri “autosmontaggi” alle vetture)
Mike Tillson, in quel momento alla guida e rimasto a piedi, fu costretto a smontare la batteria e farsi una bella corsetta per raggiungere i box.
Li il meccanico, Eric Van Valkenburg, forni’ una nuova batteria ma tocco’ a Rod (subentrato a Mike) la corsa di ritorno verso l’ HF rimasta ferma.
Riuscì a ripartire, ma dopo mezzo giro la Fulvia si fermò di nuovo, e Rod decise di spingerla fino ai box, tra gli applausi ed i fischi del pubblico.
Il meccanico si rese conto che l’ origine del problema era il motorino di avviamento andato in corto circuito, ma non potendo sostituire il pezzo intero (a norma di regolamento) decise di ripararlo cambiando un componente alla volta, facendo fermare la Fulvia ai box diverse volte.
Questo espediente, ben conosciuto dagli addetti ai lavori, gli consentì di evitare la squalifica.
La piccola HF poi resse botta per le successive 5 ore, e tagliò il traguardo.
Dopo un’attesa interminabile, dovuta ai conteggi dei tempi fatti a mano, la grande notizia…la nostra HF aveva vinto la classe 1300 e fu la prima vettura sotto i 2 litri a concludere la gara.
L’ altra Fulvia, una HF 1600 condotta da Wayne Marsula e Robert Clark, a fronte di una maggiore prestazione, dovette fare i conti con un maggiore numero di pit stop, che le fecero perdere molto tempo.
Dopo 50 anni, l’ impresa della piccola HF 1.3 mi fa provare le stesse emozioni di allora…12 ore filate alla media di 122 km/h ! ! !
Complimenti Rod, Mike, e Bob.
Quel giorno avete scritto una pagina indelebile nell’ automobilismo sportivo.
mauro ciucchi